Festival della Scienza

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Comunicati stampa

02.11.2011

Comunicato finale 2011

Genova, 2 novembre 2011. Non ha solo ripercorso 150 anni di scienza italiana: l’ha proprio fatta, l’Unità d’Italia, questa nona edizione del Festival della Scienza 150 e OLTRE (21 ottobre - 2 novembre). Con le grandi mostre che da cinque città della Penisola sono confluite nei più luoghi più suggestivi della città. Con lo sbarco dei “mille” (anzi, molti di più) studenti che dalla Sicilia, da tutta Italia e dall’estero hanno invaso Genova, accompagnati dai progetti Galileo, Portami al Festival!, Alcamo, Niaf ed EASE. Con i tanti eventi di piazza, che hanno condito la scienza con il divertimento: dalle bombe nel sacco al Porto Antico fino al collegamento coast-to-coast tra Palazzo Ducale e il San Francisco Bay Area Science Festival, dove si sono sfidati, la sera di Halloween, ragazzi italiani e americani. Quale miglior omaggio agli Stati Uniti, Paese ospite di questa edizione del Festival - che ha festeggiato i 150 anni del MIT, il Massachussets Institute of Technology -, di giocare a fare i mimi (in chiave scientifica) divisi da 9.683 chilometri? Perché in fondo è proprio questo, lo spirito di un evento che si conferma sempre di più un punto di riferimento nella divulgazione scientifica, a livello internazionale: accorciare le distanze.
 
02.11.2011

Morozov ci spiega perché dobbiamo stare attenti a internet e ai social network. Soprattutto quando si parla di democrazia reale

Genova, 1 novembre 2011. Da qualche anno si è fatta strada nell'opinione pubblica che internet sia il futuro della democrazia. Che le grandi rivolte che hanno portato alla destituzione di dittatori negli ultimi anni si siano autorganizzate tramite i social network. Così si è detto anche l'anno scorso per Mubarak o per la rivoluzione della primavera tunisina. Ma se non fosse così? Evgeny Morozov, blogger, giornalista e ricercatore universitario alla Stanford University è convinto che la speranza che la rete possa salvare le nostre democrazie sia mal riposta. Il blogger ha esposto le sue motivazioni senza mezzi termini nella lectio magistralis L'ingenuità della rete, in Sala del Maggior Consiglio.
 
02.11.2011

La vergogna: guida alla distruzione di un sentimento che ci avvelena. Che spiega perché i bambini di strada odiano chi li ama. Perché una adolescente si fa il piercing, e perché siamo ossessionati dalla verginità. Viaggio dentro noi stessi con Cyrulnik. Per ritrovare un sentimento perduto: l’orgoglio.

Genova, 1 novembre 2011. Cosa accomuna un’adolescente che si fa il piercing, un bambino che si copre il viso e Primo Levi? La stessa emozione, intensa: la vergogna. Ma se in alcuni casi questo sentimento è un mezzo verso la propria autonomia, o si “cura” circondando il bambini di affetto, la vergogna può anche logorarci. È un “veleno dell’anima”, spiega Boris Cyrulnik in una Sala del Maggior Consiglio dove restano solo posti in piedi. E il paradosso è che questa vergogna svilisce e attanaglia spesso coloro che hanno subito un trauma. Le vittime. Cyrulnik ci conduce attraverso un inaspettato, doloroso e salvifico viaggio dentro noi stessi. Fino a farci scoprire che “solo le persone perverse non provano mai vergogna”. Che siamo capaci di “autopunirci” molto bene. E che di vergogna si guarisce attraverso la cultura, perché spesso non è altro che “l’arma principale del conformismo”.
 
02.11.2011

Predire le pandemie come prevediamo la pioggia? Oggi è possibile (con un margine di errore) grazie a computer, dati personali e potenza di internet. A dirlo è Alessandro Vespignani

Genova, 1 novembre 2011. “Per noi oggi la meteorologia è una scienza scontata, qualcosa che fa parte della nostra quotidianità. Ma in realtà si tratta di una delle più grandi conquiste della scienza negli ultimi decenni. Cosa succederebbe se potessimo prevedere l'esplosione di pandemie come prevediamo il brutto tempo?”. Questa la domanda che Alessandro Vespignani, professore di Fisica, Computer Science e Scienze della salute alla Northeastern University di Boston e direttore della Fondazione ISI di Torino, ha posto all'inizio della sua lectio magistralis dal titolo Combattere le pandemie.
 
01.11.2011

Il mantello dell’invisibilità e i pesci che volano sull’acqua. Magie da Harry Potter? No, metamateriali. Ovvero, come giocare con la luce secondo John Pendry

Genova, 31 ottobre 2011. I nuovi “maghetti” fanno le acrobazie con la luce. Ma non si tratta di supereroi: gli Harry Potter del futuro sono lenti perfette, non più limitate dalla lunghezza d’onda. Mantelli dell’invisibilità che permettono alla luce di aggirare gli oggetti. Circuiti elettronici che si basano sui plasmoni. Insomma, magie della rifrazione negativa. Perché dall’acqua dentro una bottiglia di vetro alla superficie di una piscina, l’ottica a volte può rivelarsi controintuitiva. E, come spiega il fisico John Pendry, farci capire che niente è come sembra.
 
01.11.2011

Quali saranno le nuove tecnologie del futuro? Secondo Bruce Sterling per saperlo bisogna guardare al passato. E scoprire che la scienza è sempre con noi

Genova, 31 ottobre 2011. “Per guardare nel futuro bisogna studiare il passato, sono strettamente collegati”, questa l'idea alla base di tutta la presentazione di Bruce Sterling, scrittore di fantascienza statunitense che ha aiutato a definire il filone della letteratura cyberpunk. Solo un personaggio visionario come lui poteva affrontare il tema della lectio magistralis che si è tenuta in Sala del Maggior Consiglio. Il titolo? Domani arriva oggi: la scienza nei prossimi 50 anni.
 
01.11.2011

Polizia scientifica, dalle impronte digitali all'analisi del Dna. Ma le nuove tecnologie avrebbero cambiato un caso storico come il delitto Matteotti?

Genova, 31 ottobre 2011. Gli amanti dei telefilm polizieschi come CSI o il nostrano RIS sanno già molto delle moderne tecniche di risoluzione dei delitti più efferati. Analisi del Dna, riconoscimento delle impronte digitali, indentificazione di documenti contraffatti. Ma cosa c'è di vero? E soprattutto, cosa è cambiato nel tempo? La polizia scientifica ligure lo spiega in una delle più particolari mostre del Festival, in esposizione nell'Ex-chiesa di Sant'Agostino. Una mostra in cui oggi, complice una Lancia Lambda del tutto simile a quella con la quale nel 1924 venne rapito Giacomo Matteotti, il pubblico puo’ assistere ad un evento speciale: gli agenti ricostruiscono la scena del crimine, e la analizzano con i più recenti strumenti delle scienze forensi.
 
01.11.2011

Da Anassimandro alla fisica quantistica. Ovvero, storia di un “folle volo” senza certezze, tranne quella della nostra ignoranza. Di un mistero che ci incanta, di una ribellione continua. Che ci rende profondamente umani. La scienza spiegata da Carlo Rovelli

Genova, 31 ottobre 2011. “Fatti non foste per viver come bruti”. Cita Dante, il fisico Carlo Rovelli, uno dei fondatori della teoria della gravità quantistica loop. Non è venuto qui, in questa Sala del Maggior Consiglio stracolma, per parlare di numeri. Vuole “mirare al cuore della scienza”, dice, e colpisce nel segno. Perché quella che racconta è “un’esplorazione visionaria”, che già 26 secoli fa con Anassimandro ci spinge a “ridisegnare il mondo”, mettendo in dubbio il sapere dei padri. Un “folle volo” che ha una sola certezza: “La consapevolezza della nostra ignoranza”. Eppure, come “piccole talpe”, con la nostra visione limitata e uno spirito “intrinsecamente ribelle”, a ogni passo continuiamo la nostra “rivolta”. Perché anche se “la scienza non ci dà risposte se non qualche volta, ci mette davanti ai misteri del mondo”. Un mistero che “ci incanta, ci rende umili e curiosi. Ed è proprio questa voglia di voler guardare oltre, a rendere la vita più preziosa”.
 
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