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La rete? Un’estensione della nostra mente. YouTube? Il sogno di Marx realizzato. L’iPad? Il trionfo del tatto. Da Pinocchio ad Avatar, l’inconscio digitale secondo De Kerckhove. Tra psicologia e magia.

“Stiamo vivendo un cambiamento epocale”, spiega De Kerckhove. Una rivoluzione che il sociologo dei media Marshall McLuhan – del quale ricorre il centenario dalla nascita – aveva già previsto nel ’62. “Il decalogo di McLuahn è sorprendente per la sua lungimiranza – precisa De Kerckhove – diceva, infatti, che il prossimo medium sarebbe stato l’estensione della coscienza, e infatti Internet è un’estensione enorme che contiene memoria e intelligenza. Diceva, poi, che avrebbe incluso la tv come suo contenuto, e infatti oggi le persone guardano la tv sul proprio portatile. E ancora, che la tv sarebbe diventata una forma d’arte: e cos’è YouTube se non la televisione messa a disposizione di ciascuno di noi, trasformata in arte e in emozione globale? Il sogno di Marx realizzato: l’appropriazione di uno strumento a disposizione di tutti”. McLuhan non si era fermato qui: il grande sociologo, infatti, aveva definito il computer come il prossimo “sistema di ricerca e di comunicazione”, in grado “migliorare il recupero dell’informazione e rendere obsoleta l’organizzazione della biblioteca”, di svolgere una “funzione enciclopedica” e di trasformarsi in una “linea privata per trasmettere dati”. Oggi, infatti, continua De Kerckhove, “siamo arrivati alla terza età del linguaggio. La prima era rappresentata dal regno dell’oralità, basata sui rapporti faccia a faccia, sulla socialità. Poi arriva la scrittura, che crea una situazione nuova: il linguaggio viene esternalizzato, messo sotto il controllo del lettore: c’è così un rovesciamento tra comunità e individuo, che prende il potere sul linguaggio e scrive il suo destino. Con il passaggio all’elettronica, invece, il linguaggio si mischia al nostro essere. Grazie alla digitalizzazione diventiamo creatori e attori del linguaggio, ma siamo anche condizionati dalla tracciabilità, dalla profilizzazione. La velocità, anche quella è cambiata: si assiste ad una accelerazione del potenziale intellettuale umano, e a una connettività sempre più forte”. Il primo passo verso questa terza era del linguaggio è rappresentato dal telegrafo. Ovvero, “il punto di incontro tra linguaggio ed elettricità: un matrimonio mitico che dà origine al tablet”. È da qui che parte una maturazione velocissima, una sorta di “salto quantico. Prendiamo il blog, per esempio: è il punto di incontro tra la mente psicologica e la mente della rete, tra Beppe Grillo e la gente che gli risponde: è un modo tecnico per dare estensione alla nostra vita psicologica”. Poi c’è il “mondo in 3D: l’esternalizzazione del nostro immaginario, popolato di Avatar, che è una proiezione del nostro essere. Quando gioco, per esempio, il mio immaginario è riprodotto sullo schermo e lo occupo sullo schermo. Poi c’è Twitter, che amo molto: rappresenta la maturazione estrema della rete, il sistema nervoso esteso al pianeta. Perché arriva ovunque e dovunque, al Cairo si può twittare quello che succede e questo ha portato a cambiare i rapporti di potere: ciao Mubarak! Infine l’iPad, che è tatto. E questo ribalta il secolo di Freud, nel quale l’ uomo ha paura del suo corpo, e l’occhio ha la meglio sul tatto. Il mondo di oggi, invece, è più tattile che visivo: dobbiamo toccare, nuotare nell’informazione. Le conseguenze, sono una magia moderna”. Eppure, anche nel mondo magico contemporaneo, c’è il rovescio della medaglia. Perché questo “inconscio digitale” è violabile da chiunque: “A disposizione nelle banche dati, profilabile. Quando facciamo una ricerca su Google, per esempio, veniamo profilati, tracciati in ogni movimento che facciamo su Internet. E questo è un problema: quello di un Pinocchio 2.0, che come Charlie Chaplin in Tempi Moderni è l’estensione della macchina con cui lavoriamo. Per questo, la prossima sfida tecnologica è tornare umani, e non solo macchine”.
 

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