Festival della Scienza

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Il Festival “motore della Smart City” e “lievito per il futuro della città”: con l’inno americano e quello di Mameli prende il via la nona edizione 150 e OLTRE

“Abbiamo mobilitato tutta l’Italia – spiega il presidente del Festival della Scienza Manuela Arata – con le 5 mostre che hanno coinvolto l’Intero paese e ora convergono qui. Facciamo l’Unità d’Italia con la scienza, proprio come è successo storicamente, con il convegno degli scienziati italiani del 1839. Questo è il Festival della nostra città, ma anche del mondo scientifico. Quest’anno gli Stati Uniti sono il Paese ospite, con loro festeggiamo un compleanno importante: i 150 anni dell’Unità d’Italia e quelli del Mit di Boston. N comune abbiamo anche Cristoforo Colombo, uno scienziato anche lui, in fondo. Il mondo della scienza ha superato ormai la paura di esporsi, e da anni usa questo palco per promuovere una conoscenza di cui nel Paese si sente bisogno. Perché il pubblico ci dimostra che c’è una voglia grandissima di intelligenza e di conoscenza”. Ringrazia il Comitato dei Garanti per le Celebrazioni dei 150 anni e l’onorevole Giuliano Amato, il direttore del Festival Vittorio Bo: “Per il supporto, perché hanno creduto in noi. In questa edizione andremo a ripercorrere le tappe della cultura e della vita italiana, ma guardiamo anche agli italiani che sono fuori dall’Italia, a Galileo che altro non era che un uomo curioso, e al quale è dedicato il progetto promosso dal MIUR in collaborazione con il Comitato Nazionale per le celebrazioni del IV centenario dell’invenzione del cannocchiale di Galileo Galilei. Crediamo che sia fondamentale la collaborazione con la comunità scientifica, ma anche con le imprese, con gli sponsor che sono i nostri compagni di viaggio”. Questa edizione, ricorda Bo, è dedicata allo scienziato Enrico Bellone: “Rimasi colpito da una sua lezione su Galileo a Venezia. Lo vidi due ore prima, mi disse: “Sto studiando la conferenza”. Questo per far capire il livello della sua dedizione”. Guarda al passato e a cosa “non c’era nove anni fa, prima del Festival”, il presidente della Regione Claudio Burlando: “Dall’Iit, Istituto italiano di Tecnologia, un palazzo prima vuoto che ora ospita 700 ragazzi da 32 paesi. Agli Erzelli il palazzo della Ericsson, e speriamo che l’Università cresca presto. Il supercalcolatore a Cornigliano e a Villa Bombrini, e molto altro. Perché la città e la regione hanno accompagnato il Festival, che ha sua volta segna le scadenze”. A Burlando si unisce il sindaco Marta Vincenzi, che sottolinea il “ruolo importante del Festival nello sviluppo della città. Perché i mutamenti epocali sono intrecciati anche alla formazione degli uomini. E Genova è la prima città in Europa a parlare di Green Economy, di Smart City. In questo ha pesato il ruolo di divulgazione scientifica del Festival: geni o innovazioni non nascono per caso, il lavoro è lungo”. I ricercatori del Cnr, che frequentano il corso “Come va la ricerca” e studiano il concetto di “Team Building”, ne danno una dimostrazione pratica: intonando l’inno americano e quello di Mameli. La gente si alza in piedi, un brivido di commozione attraversa la sala. Il Festival è cominciato.
 

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