La visione coinvolge gran parte dell'encefalo dei mammiferi superiori e la nostra conoscenza del mondo esterno dipende prevalentemente dallinformazione infinitamente varia trasmessa dal nostro sistema visivo. Noi ne siamo fruitori, inconsapevoli dei complessi processi di elaborazione che trasformano parametri fisici in immagini che utilizziamo per catalogare, riconoscere, muoverci, imparare. Il sistema visivo estrae informazioni di forma, caratteristiche di superficie, bordi, orientamento, movimento, profondità. Grazie a queste riconosciamo gli oggetti e relazioni spaziali che intercorrono tra loro, valutiamo lo spazio, classifichiamo. Nella prima infanzia, processi di visual binding mediati dall'esperienza integrano informazioni visive in singoli oggetti tridimensionali separati da noi stessi, in una irrinunciabile illusione ottica di tridimensionalità. La percezione degli oggetti rimane costante nelle diverse condizioni. Neuroni dedicati permettono il riconoscimento dei visi e l'integrazione di elementi visivi e motori nello spazio di competenza del nostro corpo. Inoltre costruiamo istantaneamente mappe dettagliate dello spazio in cui ci muoviamo, classifichiamo colori e rapporti tra oggetti e sfondo. L'evoluzione ha progressivamente declassato l'ottica oculare a favore dell'elaborazione neuronale. Il risultato è un complesso e raffinato marchingegno che sposta progressivamente il mondo esterno dall'ambito fisico a quello psicologico e trasforma un universo che potremmo immaginare piatto e grigio in uno spettacolo vario e colorato. Il sistema visivo è forse il sottosistema nervoso la cui funzione è meglio conosciuta, ma lo sviluppo scientifico dilata continuamente gli spazi ancora ignoti. In realtà, ne siamo allo stesso tempo gestori e vittime: i processi di elaborazione dell'informazione ricostruiscono per noi il mondo esterno, ma i meccanismi di questa ricostruzione sono vincolanti e non sono poche le condizioni illusorie in cui percepiamo più i nostri meccanismi visivi che la realtà.
Biografie
Walter Sannita è docente di neurologia presso lUniversità di Genova. I suoi principali interessi di ricerca riguardano i meccanismi della visione umana e lanalisi dei "disordini della coscienza" meglio conosciuti come stato vegetativo, coma, stato di minima coscienza perfezionando le sue attività tramite collaborazioni con istituzioni di ricerca italiane e straniere quali il CNR, lAgenzia Spaziale Italiana, lIstituto nazionale di fisica nucleare, la Stony Brook University di New York e la Helsinki University of Technology.