Gli ultimi 150 anni della storia unitaria del nostro Paese sono ricchi di pagine di scienza incantevoli e di grande importanza. C’è la scuola italiana di matematica, ci sono valenti e straordinarie figure di ricercatori, ci sono i premi Nobel a puntellare come stelle il cammino della scienza italiana: da Camillo Golgi e Guglielmo Marconi a Enrico Fermi e, nel secondo dopoguerra, i riconoscimenti in fisica, in chimica e in medicina. Grandi scienziati che, nella loro attività, hanno interagito con il contesto sociale e politico del nostro Paese. Un incontro per sfatare il mito secondo cui gli scienziati italiani si sono rinchiusi in una torre d’avorio, ma anche un’occasione discutere degli ostacoli incontrati dalla scienza italiana. Perché è stato sempre difficile assicurare maggiore continuità a una presenza scientifica così qualificata? E in che misura la scienza influisce sugli orientamenti della nostra politica culturale ed economica?

Angelo Guerraggio è professore ordinario di Matematica generale presso la facoltà di Economia dell’Università dell’Insubria di Varese. È docente anche di Metodi matematici per l’economia e svolge da lungo tempo attività didattica anche presso l’Università Bocconi di Milano. In questo Ateneo dirige il Centro di ricerca PRISTEM ed è in particolare co-direttore della rivista «Lettera Matematica PRISTEM». I suoi principali interessi di ricerca riguardano in ambito più propriamente matematico la programmazione non lineare (scalare e vettoriale) e, in quello storico, le vicende della Matematica italiana dopo l’Unità. Con G. Paoloni ha recentemente curato una biografia di Vito Volterra (ed. Muzzio, 2008); con P. Nastasi è autore di Gentile e i matematici italiani (Bollati Boringhieri, 1993), Matematica in camicia nera (Bruno Mondadori, 2005), Roma 1908: il Congresso internazionale dei matematici (Bollati Boringhieri, 2008) e di L’Italia degli scienziati. 150 anni di storia nazionale (Bruno Mondadori, 2010).