La storia dei solidi porosi nasce in Svezia, nel 1756. Ma è l’enorme sviluppo del settore negli ultimi venti anni che li rende i materiali strategici del futuro. La gestione di una sintesi "su misura" si può però attuare solo grazie a una profonda conoscenza dei loro meccanismi di formazione. L’esempio dei solidi porosi ibridi, che risultano dall’associazione tridimensionale di entità inorganiche e organiche, ci mostra quale deve essere l’approccio multidisciplinare dei chimici. In questo modo, i solidi porosi possono diventare materiali eccellenti per lo stoccaggio dell’idrogeno alla temperatura di 77 gradi kelvin, e dei gas serra a temperatura ambiente. Ma le loro qualità non terminano qui: il loro potere di separazione delle miscele di gas è elevato a fronte di una modesta richiesta di energia, da sempre sono riconosciuti come eccellenti catalizzatori e, molto recentemente, si sono rivelati essere tra le migliori nanovetture per l’immagazzinamento e la restituzione nel lungo periodo di medicinali antitumorali e antiretrovirali. Infine, la facilità di ottenere questi materiali in grande quantità ne rende possibile una cospicua produzione industriale. Dalla ricerca di base fino alla produzione di massa, queste materie possono dunque diventare le soluzioni adatte ai problemi della società attuale nel campo dell’energia, dell’economia dell’energia, dello sviluppo sostenibile e della salute.
Biografie
Gérard Férey, Membro dell'Académie des Sciences e dell’Institut de France, è Professore Emerito alla nuova Università di Versailles, dove ha creato l’Institut Lavoisier. Attualmente i suoi interessi di ricerca vertono sui solidi micro-mesoporosi, sia puramente inorganici sia ibridi. E' autore di oltre 500 pubblicazioni, di 12 brevetti e partecipa regolarmente a conferenze internazionali. Nel 2010 è stato insignito della Medaglia d'Oro del CNRS ed è stato vincitore dell'ENI Award 2009.
In collaborazione con
Ambasciata di Francia in Italia