Il centocinquantesimo anniversario dellUnità dItalia sembra il momento opportuno per fare il punto su quella che era, nel 1861, la situazione della psichiatria in Italia e a Genova. Nel capoluogo ligure, da ventanni funzionava, e già aveva drammatici problemi di sovraffollamento, il manicomio di Via Galata. A livello nazionale il sentimento unitario di una psichiatria italiana era già largamente diffuso tra gli psichiatri, come in generale tra i cultori delle scienze, grazie anche alle Riunioni degli Scienziati Italiani. Occorreva tuttavia affrontare una disomogeneità delle situazioni legislative e soprattutto della disponibilità di posti letto tra i diversi stati preunitari. Oltre a ciò gli psichiatri non disponevano ancora di una realtà associativa comune dove discutere i problemi della disciplina, al contrario dei loro colleghi francesi o inglesi. Da quegli anni la psichiatria ha attraversato numerosi cambiamenti, con la chiusura dei manicomi e lo sviluppo di un progressivo miglioramento nella cura della persona, sia da un punto di vista dei diritti che da una prospettiva terapeutica in senso stretto. Loccasione di tracciare una sintesi della storia dei 150 anni di questa disciplina in Italia diventa anche un momento di riflessione sulle attuali caratteristiche della psichiatria genovese e italiana e sulle prospettive scientifiche future.
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