Con Sara Bucci, Cristiana Raggi, Charlotte Ossicini, Viviana Piccolo Regia di Charlotte Ossicini, Niccolò Baldari, arredi di scena di Aldina Gozzi, foto e videoediting di Flavio Romualdo Garofano, macchine di Carlo Poggioli
1911, Parigi. Marie Curie, accusata per la storia d'amore con il fisico Paul Langevin, è costretta a fuggire e a nascondersi. Sta per essere espulsa dalla Francia e il suo secondo premio Nobel è a rischio. Le viene chiesto di rinunciare. Resisterà, assieme alla figlia Irène e con il forte supporto dei suoi amici scienziati, a tutti gli attacchi e andrà a Stoccolma a ritirare il premio mostrando grande coraggio civile. In seguito si rifugerà a Londra dalla sua migliore amica, la scienziata Hertha Ayrton, dirigente del movimento delle suffragette, allora nel suo momento più caldo.
Una storia vera, dove si mescolano vicende personali, amore per la ricerca e impegno sociale. Le figure sulla scena toccano diversi contenuti scientifici: la complessità del metodo sperimentale e la sua importanza nella didattica nella scuola secondaria, i nuovi campi aperti dalla ricerca sulla radioattività, il ruolo degli errori, le tematiche relative alle ricerche in fluidodinamica. Qui trova così il suo spazio il racconto del non facile rapporto fra scienza e società, ancora oggi estremamente attuale: il ruolo delle scienze di base rispetto a quelle applicate, la discussione relativa ai diritti d'autore, la proprietà intellettuale e i brevetti, e infine la posizione delle donne nella scienza. Sia Marie Curie che Hertha Ayrton sono due ricercatrici di grande valore che hanno trovato notevoli difficoltà nella libera espressione delle loro convinzioni, ma non hanno mai perso di vista la possibilità, una volta conseguito il successo, di aiutare altre donne nel lavoro scientifico.
A cura di
Teatro dell'Otium