Festival della Scienza

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Conferenza

Conversazione

Fra nuvole e sole fa capolino il cervello

Lo sviluppo del cervello ed il ruolo dei geni Otx
Antonio Simeone, Ferruccio Ritossa
L'evento fa parte di: 150 anni di Scienza
La "vecchia" genetica ha già fatto le valigie. E ovviamente le ha riempite di scoperte. Ha dimostrato che lo sviluppo embrionale si realizza grazie alla accensione in successione di geni specifici in territori specifici. In questi territori, si sviluppano le cellule progenitrici, le staminali pluripotenti e quelle... meno potenti. I geni dello sviluppo del cervello sono stati identificati studiando il moscerino, ordinandoli per gerarchia. Quindi, l'ingegneria genetica ha permesso di isolarli e descriverli nei territori embrionali dove questi agiscono, definendone infine la funzione. Lo sviluppo del sistema nervoso centrale, e in particolare del cervello, è una complessa sequenza di eventi che inizia con l’induzione del tessuto neurale, continua con la sua regionalizzazione, prosegue con il differenziamento dei progenitori neuronali e culmina con la integrazione funzionale dei diversi tipi di neuroni maturi. Lo studio di modelli di topo in cui i geni Otx sono stati sostituiti dal corrispondente gene del moscerino della frutta (Drosophila) ha permesso di comprendere come la funzione essenziale per la "costruzione" del nostro cervello fosse presente (anche se non utilizzata) già 300 milioni di anni prima della comparsa del primo vertebrato. Gli eventi che portano allo sviluppo del sistema nervoso sono controllati da una complessa rete di funzioni geniche: una alterazione di questa catena di controllo può provocare gravi patologie, ma la comprensione del suo funzionamento ci permette di progettare interventi terapeutici. La "nuova" genetica promette perciò di curare le patologie dei vertebrati causate da difetti del cervello, ossia di passare dallo studio del moscerino alla cura dell'uomo. Come? È una antica ricetta, fatta di passione, entusiasmo e fame di sapere.


Biografie

Antonio Simeone sviluppa un particolare interesse per la Biologia dello Sviluppo agli inizi del suo Dottorato in Genetica Cellulare e Molecolare per le cruciali scoperte a cui si assiste tra il 1983 ed il 1985 (l’isolamento dei geni omeotici) e per la continua interazione e le interminabili conversazioni con Edoardo Boncinelli, allora suo tutor. Quegli anni, quella interazione e quelle conversazioni non saranno mai dimenticate ed influenzeranno fortemente tutta la sua attività scientifica. Durante il dottorato, Simeone clona i primi geni Hox umani e scopre la colinearità temporale dei complessi HOX in cellule di Teratocarcinoma. Nel 1992 seguendo una sua intuizione, poco condivisa da molti colleghi, identifica i geni Otx1, Otx2, Emx1, Emx2. Nel 1993 diventa capo-gruppo all’Istituto Internazionale di Genetica e Biofisica del CNR di Napoli e decide di investire tutto sullo studio dei geni Otx mediante la generazione di modelli animali geneticamente modificati. Un ruolo cruciale ha Dario Acampora, col quale saranno condivise gioie e dolori del laboratorio. Dal 1993 al 1998 il suo  laboratorio dimostrerà in diverse occasioni il ruolo essenziale dei geni Otx nello sviluppo ed evoluzione del cervello. L’identificazione e lo studio dei geni Otx gli varranno nel 2000 un prestigioso riconoscimento: il premio Liliane Bettencourt per le Scienze della Vita. Nel 2000 viene attratto a Londra da Andrew Lumsden dove riceve la cattedra in Genetica dello Sviluppo presso il King’s College e dirige il suo gruppo al Centro di Neurobiologia dello Sviluppo del Medical Research Council (MRC). Nel 2006, Simeone torna a Napoli e stabilisce il suo laboratorio al CEINGE Biotecnologie Avanzate dove continua a studiare il ruolo dei geni Otx. Simeone è attualmente Dirigente di Ricerca all’Istituto di Genetica e Biofisica A. Buzzati-Traverso del CNR e professore alla Scuola Europea di Medicina Molecolare (SEMM). La sua più grande tristezza è la rassegnazione che vede in molti giovani e la mancanza in loro di un “sofferto” piacere nella scoperta scientifica. Dal suo primo giorno in laboratorio, Simeone è stato sempre affiancato dalla sua compagna, Silvana, persona di grande intelligenza e sconfinata pazienza, che lo ha saputo sempre consigliare per il meglio e spronare nei momenti di maggiore difficoltà. 

Ferruccio Ritossa nasce a Pinguente (Pola) il 25 febbraio 1936. Il padre viene buttato in foiba nel 1944 e la madre fugge dall’Istria portando con se i tre figli di 12, 8 e 6 anni, Ferruccio è il secondo. La famiglia scampa alla guerra finendo a Pesaro, dove Ferruccio va in un Istituto per vittime di guerra e poi studia come perito agrario. Nel 1954 frequenta all’Università a Bologna la Facoltà di agraria dove si laurea con lode nel 1958 con una tesi sulle api. Nel ’59 vince una borsa di studio per lavorare a Pavia dove è direttore Buzzati Traverso e dopo due anni a Pavia viene assunto nel CNR. Nel 1960 si sposa ed avrà tre figli. Nel 1962 inzia a lavorare all’IGB di Napoli appena fondato da Adriano Buzzati Traverso come i gruppi di ricerca di Calef, Guerrini, Graziosi e subito dimostra il fenomeno dell’heat shock in Drosophila mostrando che i puff che si osservano al microscopio incorporano uridina e quindi sono accumuli di RNA. Va negli Stati Uniti nel 1963 a lavorare sull’ibridazione in situ e poi va da Sol Spiegelman dove due mesi dopo descrive la correlazione tra organizzatori nucleolari ed rRNA. Torna poi all’IGB e nel 1969 inizia una scuola di Drosophila con numeosi allievi (Boncinelli, Graziani, Polito, Malva, e poi Furia, Gargano e La Mantia) dove vengono caratterizzati vari mutanti di Drosophila tra cui i mutanti bobbed e descritta la magnificazione. Su indicazione di Giuliana Boera, nel 1970 prende la libera docenza in Genetica ed inizierà a Bari una nuova scuola con vari allievi (Bozzetti, Caizzi, Caggese, Palumbo, Barsanti) per poi prendere la cattedra in Genetica.  Si trasferisce a Bologna nel 1984 e  nel 1990, stanco dei meccanismi universitari, decide di abbandonare l’Università e va in pensione. Dal 1992 diventa scultore utilizzando moltissimi materiali tra cui marmo ed ulivo, oltre che bronzo, alabastro, rame e terracotta. Ottiene il terzo posto assoluto al premio di scultura città di Limena (Padova) nel 2010.

A cura di

CNR - Istituto di Genetica e Biofisica "Adriano Buzzati Traverso", CEINGE - Biotecnologie Avanzate

Note

La conferenza è collegata alla mostra Il filo della vita.
 

Versione stampabile

Fra nuvole e sole fa capolino il cervello
Da 11 anni
il 26 ottobre, alle 17:00
Galata Museo del Mare Auditorium
Calata De Mari, 1
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Ingresso: Biglietti Festival
Prenotazione: consigliata