Festival della Scienza

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Il Cnr: un ponte tra cultura e società. Ovvero, genio e arte dell’arrangiarsi. Storia di Rita e gli altri

“Questo libro – spiega Francesco Antinucci che modera l’incontro – è scritto da coloro che hanno lavorato, attraverso esperienze personali, al Cnr. E ha una sua logica potentissima: quello che ricorre in queste storie è il fatto che si sono creati laboratori e gruppi per fare qualcosa che nessuno poteva fare. Ovvero, una ricerca interdisciplinare, che ha messo insieme gente diversissima. La seconda caratteristica è la straordinaria attenzione al trasferimento dei risultati della scienza nella società”. Ma l’incontro non è una mera celebrazione. “Non voglio nascondere anche il quadro dei problemi – continua Antinucci - il primo non è tanto la mancanza di finanziamenti, ma di una continuità istituzionale. In questo senso è emblematica la vicenda della ricerca oceanografica: non si poteva fare perché non c’era la nave adeguata. Finché non si riesce ad affittare una nave oceanografica russa che sarebbe rimasta ferma in porto. Nasce così una ricerca che produrrà una serie di articoli su Science e una copertina di Nature. Ma quando finisce la crisi dell’Unione Sovietica la nave russa se ne va, torniamo al punto di partenza. Eppure si sa, siamo bravi: bravi ad arrangiarci. Ma il sistema che c’è intorno ci blocca”. Una storia su tutte, quella di Rita Levi Montalcini, raccontata attraverso il ricordi di chi, come Pietro Calissano, l’ha conosciuta da vicino. “Lei, Salvador Luria e Renato Dulbecco, oltre ad aver lavorato insieme, hanno affrontato la scienza con un approccio nuovo, riduzionista: studiano sistemi sperimentali semplici per capire come funzionano sistemi più complessi”. Montalcini si occupa di sviluppo del sistema nervoso: formula l’ipotesi che il tumore induca la crescita di fibre nervose rilasciando una molecola. “Rita innestò il tumore dentro l’embrione, e poi vide che la massa di fibre nervose era enormemente cresciuta. Dimostrava così che il tumore rilasciava una sostanza, NGF, che faceva crescere fibre nervose”. Rita Levi Montalcini va a Rio de Janeiro, continua a fare ricerca e scopre non solo il sarcoma induce crescita di fibre nervose, ma le indirizza verso la sua sorgente. “Per un colpo di fortuna trova una sorgente di NGF più ricca del sarcoma: il veleno del serpente. E scopre anche che il topo ha una ghiandola salivare che produce una saliva molto tossica, con una elevata concentrazione di NGF. Da qui, l’esperimento chiave: Montalcini produce un anticorpo contro l’NGF. Il termine tecnico è immunosimpatectomia (distruzione del sistema simpatico con un anticorpo). Da questi studi, verrà fuori che l’NGF può impedire che le cellule muoiano e sopraggiunga l’Alzheimer”. La ricerca del Cnr spazia e fa da apripista in molti campi: è Paola Santoro a tracciare la storia della ricerca archeologica: “Il Cnr si è aperto a queste discipline negli anni ’70. Mostrando un’attenzione diversa ai resti del passato, che iniziavano ad essere indagati scientificamente. A non essere più, quindi, oggetto di disquisizione antiquaria, ma a diventare le tracce per ricostruire una storia degna di questo nome. Gli oggetti principali degli studi nel XIXesimo secolo sono stati Grecia antica e romanità. Poi, piano piano, l’attenzione si estende anche a testimonianze della civiltà primitiva, preistoria e protostoria. Civiltà come l’Egitto, le civiltà egee, orientali, il mondo degli etruschi. Con una politica culturale lungimirante”. Lo sguardo oltre, ancora una volta. Come quello di “Rita”, come la chiama affettuosamente Calissano: “Quando le chiedo del passato, ancora oggi mi dice: “Io guardo avanti””.
 

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