Festival della Scienza

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Nuovi orizzonti in medicina. La prospettiva di genere. “Le donne non sono dei piccoli uomini.”

“La medicina occidentale poggia su un paradigma prettamente maschile. I farmaci sono sperimentati principalmente sul corpo di uomini, giovani e di razza caucasica. Questo processo esclude una grossa fetta della popolazione mondiale, e non tiene conto di un fattore fondamentale per l'efficacia di un medicinale: l'assetto ormonale. Nell'uomo, l'equilibrio ormonale rimane praticamente invariato dall'età di vent'anni, mentre nella donna ci sono cambiamenti repentini e periodici che possono interferire profondamente sull'effetto di una cura.” La scienziata ha coinvolto l'audience di Palazzo Ducale, raccolta per l'occasione nella Sala del Minor Consiglio, portando numerosi esempi di come anche le normali funzioni fisiologiche possano variare significativamente in ogni sistema del corpo dell'uomo e della donna. “Si pensi che per la soluzione dello stesso problema logico, nell'uomo si attivano aree cerebrali differenti da quelle di una donna. Per cui uomini e donne possono ovviamente svolgere le stesse mansioni ma fisicamente si attivano processi diversi.” “Un'altra differenza fondamentale che dovrebbe essere tenuta in conto è l'esperienza della malattia, che varia a seconda del genere, come anche la percezione del dolore che è regolata anch'essa dalla produzione ormonale. A partire da queste differenze, le case farmaceutiche dovrebbero considerare che la dose di molti antidolorifici e anche la maggior parte degli antidepressivi hanno effetti discordanti ed in alcuni casi amplificano i sintomi della malattia.” La Legato riconosce come causa originale di queste discordanze la primordiale concezione della donna come essere più vulnerabile dell'uomo, come corpo da proteggere in quanto portatore di vita attraverso la maternità. “Inoltre la sperimentazione sulle donne e sui bambini richiama vivamente le atrocità dei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale, per cui insito in questa trascuratezza scientifica è anche un fattore umano, un pudore e una forma di protezione che hanno condizionato da sempre le ricerche in campo medico.”