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L'approccio Barefoot e la demistificazione della tecnologia. Gli ambientalisti a piedi nudi

Roy, in continuità col pensiero del Mahatma Gandhi, ha iniziato in solitario la sua missione di liberazione dell'India, la sua terra, dalla povertà e arretratezza. Il progetto del Barefoot College parte nel 1972, quando l'attivista indiano decise di spogliarsi di ogni bene materiale, contro la volontà dei suoi stessi genitori e andò a vivere nel villaggio di Tilonia, per provare sulla propria pelle la durezza e la miseria della vita contadina, in una terra arida e depressa, dimenticata dal mondo intero. “ Mahatma Gandhi non è morto nei Barefoot College, con il nostro impegno garantiamo la sopravvivenza del suo pensiero difendendolo dall'oblio. Non possiamo permettere che una mente così coraggiosa e nobile venga dimenticata a discapito di tutti gli uomini e le donne della terra, a piedi scalzi.” Il progetto Barefoot è infatti una ONG internazionale con l'obiettivo di costruire scuole e villaggi completamente autosufficienti, elettrificati e alimentati ad energia solare. La filosofia Barefoot consiste, non nel dotare semplicemente i villaggi più poveri di tecnologie alternative e all'avanguardia, ma nella trasmissione di una conoscenza e di una competenza, in modo che gli abitanti siano i padroni stessi delle tecnologie, possano controllarle ed insegnarle agli altri. Il concetto base è quello di fare scuole per poveri, costruite interamente da poveri. “Una donna anziana è un grosso investimento per me. Insegnare alle donne del villaggio come costruire i forni ad energia solare, come curare i malati o come utilizzare un computer, garantisce la sopravvivenza e l'indipendenza dei Barefoot Colleges dalle grandi multinazionali. I giovani, una volta appresa una competenza, scappano in città in cerca di un futuro migliore, mentre gli anziani rimangono e sono i depositari del sapere per le generazioni successive”. Durante l'incontro, tenutosi all'interno dell'elegante Sala del Minor Consiglio, sono stati proiettati alcuni estratti del documentario Sulle orme di Gandhi – il Barefoot College di Bunker Roy a cura di Elisa Chiodarelli, da anni collaboratrice di Roy. Ad oggi, il progetto raggiunge più di 20 villaggi in 13 stati indiani ed è in continua espansione anche all'estero, coprendo all'incirca 21 nazioni, tra le quali l'Afganistan, terra difficile e delicata, in quanto l'approccio Barefoot va a contrastare direttamente le strategie di ricostruzione e ”colonizzazione” instauratesi con l'ultimo conflitto. A chiusura dell'incontro, l'attivista indiano ha voluto salutare il pubblico genovese ricordando il suo mentore Gandhi “All'inizio ti ignoreranno, poi rideranno di te, poi ti combatteranno, alla fine tu vincerai.” Un messaggio di grande forza detto con fierezza da un uomo mai interessato alla vittoria, bensì alla felicità dei popoli.

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