Festival della Scienza

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Icaro ai confini del tempo. Brian Greene a Genova tra fiabe e astrofisica.

Greene , ospite della manifestazione, ha introdotto lo spettacolo al pubblico, spiegando con freschezza ed entusiasmo l’insolito incontro tra scienza, arte e mitologia. La cosmogonia alla base dei popoli e delle religioni ha sempre tentato di spiegare l’origine della vita e dell’universo usando ciò che di più umano e profondo possa esistere: l’immaginazione. <<Non dovremmo mai dimenticarci che anche la scienza é astrazione e per questo possiede un aspetto puramente fantastico. >>
Il libro del fisico americano, riadattato per la scena con il contributo di David Henry Hwang, noto drammaturgo americano e collaboratore di vecchia data dello stesso Greene, è infatti una fiaba sospesa tra fantascienza e divulgazione scientifica , che traspone in chiave futuristica il mito classico di Icaro. La storia messa in scena é quella di un giovane nato e cresciuto a bordo della Proxima , un’astronave in viaggio nello spazio interstellare. Icaro, trasgredendo i divieti paterni, vaga a bordo di un razzo spingendosi pericolosamente ai confini di un buco nero. La commistione tra mito e scienza rende così le intuizioni di Albert Einstein poetiche e avvincenti anche per un pubblico molto giovane.
La deriva interspaziale dell’Icaro moderno é stata accompagnata dall’estro del maestro Ezio Bosso , che ha diretto per l’occasione l’Orchestra Filarmonica ‘900 del Teatro Regio di Torino , evocando in musica, con il suo tocco “jazzato” e morbidamente concitato, le profondità dello spazio e delle sue leggi.
A fine spettacolo il pubblico ha premiato con prolungati applausi l’intensa interpretazione di Sonia Bergamasco , attrice e voce recitante della fiaba astrofisica di Greene, straordinaria nel cogliere la drammaticità di un mito che parla dopotutto anche dell’eterno conflitto tra padri e figli. La scienza e l’arte hanno molto in comune. Nascono entrambe dalla sfrontata e impertinente curiosità umana, che porta in se’ la sfida verso tutto ciò che é già noto, già conosciuto, già dato. Sono forme di ribellione verso le dottrine e i padri, per questo portano rivoluzioni ed evoluzioni nel sapere come nei canoni estetici.
Brian Greene ha voluto ringraziare il calore del pubblico genovese ricordando come scienza, arte e immaginazione siano, oggi più che mai, necessarie l’un l’altra, parola di un astrofisico atipico e geniale.